L’anoressia nervosa: causa, sintomi e cure
Anoressia nervosa: definizione
L’anoressia nervosa è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da un peso corporeo eccessivamente basso, dalla riduzione delle calorie ingerite quotidianamente, da una intensa paura di prendere peso e da alterazioni nella relazione con il proprio corpo. In Italia, negli ultimi decenni, c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza dell’anoressia, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi di età preadolescenziale e nell’infanzia, in ogni caso l’età media di insorgenza è tra i 15 e i 19 anni.
Cos’è l’anoressia nervosa?
Si manifesta come un’intensa preoccupazione nei confronti del proprio peso e delle forme fisiche, che origina dalla paura di essere grassi o dal desiderio di essere magri. Si possono distinguere due forme di questo disturbo :
- Anoressia restrittiva, in cui la perdita di peso è ottenuta attraverso una dieta ferrea, il digiuno e/o l’eccessiva attività fisica.
- Anoressia con bulimia, quando alle condotte di restrizione dell’assunzione del cibo, si aggiungono episodi di abbuffate (caratterizzate da un abnorme ingestione di cibo in un tempo ridotto e dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio) alternate a condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi o diuretici).
Anoressia nervosa: sintomi
Esistono diverse manifestazioni che caratterizzano l’anoressia nervosa.
- Restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alla necessità, o rifiuto di mangiare e di mantenere il peso corporeo nella norma.
- Paura di mettere peso o di ingrassare.
- Non riconosce i segni di un disturbo e rifiuta di ammettere la gravità del suo sottopeso
- Persistente mancanza di riconoscimento della gravità della condizione di sottopeso.
- Si guarda continuamente allo specchio, si pesa, prende le misure con il metro, confronta le taglie dei vestiti.
- Segue una dieta ferrea o digiuna, conta tutte le calorie ingerite, taglia il cibo in piccolissimi pezzetti.
- Continua a percepire “troppo grasse” alcune parti de proprio corpo, come glutei, addome e cosce.
Come curare l’anoressia nervosa?
La guarigione dall’anoressia può richiedere tempi lunghi e, per il successo della terapia, è importante che la persona colpita sia motivata a stare meglio e abbia il supporto di familiari e di amici.
Un disturbo molto complesso richiede un trattamento particolare e multidisciplinare: psicoterapeuta, medico curante, nutrizionista e psichiatra.
E’ comunque consigliabile portare avanti contemporaneamente un trattamento psicoterapeutico (quello di elezione è ritenuto essere quello cognitivo comportamentale potenziato), insieme ad un percorso nutrizionale costruito da un esperto.
Si aiuterà la persone che soffre di anoressia nervosa a modificare il suo piano alimentare, ma soprattutto la percezione che ha del suo corpo. Per prima cosa dovrà acquisire consapevolezza della sua malattia, in modo da poter intervenire su quei meccanismi cognitivi sbagliati; si cercherà poi di aiutarla a raggiungere il suo peso ideale e ad affrontare le sue preoccupazioni, in modo da evitare possibili ricadute.
Come guarire: combattere l’anoressia nervosa
Guarire dall’anoressia nervosa è possibile, ma prevede un percorso lungo e pieno di insidie. Per questo motivo non è mai consigliato intraprenderlo da solo/a ma con la propria famiglia
- Gli interventi medici volti a ristabilire un peso “accettabile” e condizioni fisiche relativamente buone sono stati sufficienti per consentire l’inizio del successivo trattamento psichiatrico.
- A seconda della gravità dell’anoressia, questa fase richiede solitamente una degenza ospedaliera più o meno prolungata (settimane o mesi).
- Il sostegno psicologico a medio e lungo termine, basato principalmente su un approccio cognitivo-comportamentale, mira a consentire alle persone con anoressia di acquisire consapevolezza dei propri problemi, aiutarli ad affrontarli e identificare un nuovo modo di relazionarsi con se stessi e con il cibo nella quotidianità vita.
- Nei casi in cui l’anoressia ha una significativa componente depressiva, si prevede che l’uso di farmaci possa essere utile in aggiunta agli interventi cognitivo-comportamentali.